Certo è che l’atto chirurgico in sé modifica sostanzialmente la vita della persona che si trova ad avere a che fare con un’immagine corporea cambiata e con un nuovo organo. I cambiamenti del corpo possono far provare sentimenti di sconforto e di abbattimento che vanno al di la’ degli effetti fisici provocati realmente dall’intervento.
In questo senso, la sessualità assume per gli stomizzati un significato particolare: tornare a fare l’amore significa riavere la propria vita e sentirsi vivi. La maggior parte delle persone, dopo aver affrontato la diagnosi di tumore e l’intervento non si sentono più le stesse: la visione della vita, dei rapporti interpersonali, del lavoro e della famiglia cambiano totalmente. Lo stesso rapporto di coppia viene messo a dura prova e la malattia costringe ad attingere tutta la forza che in esso si trova.
Molti stomizzati, pur desiderando i rapporti sessuali, si chiudono in se stessi e non lasciano trapelare al partner questo desiderio. Molto importante, infatti è il ruolo del partner poiché tanto dipende dal suo desiderio di mettersi in gioco dimostrando al marito o alla moglie malata l’accettazione incondizionata e amorevole. Tanti stomizzati, invece, riprendono l’attività sessuale e collaborano attivamente con il partner affinché gli eventuali problemi si risolvano.
A seconda del tipo di stomia definitiva e del sesso della persona si possono avere diversi effetti collaterali: per l’uomo sia colostomizzato, sia ileostomizzato è possibile riscontrare un deficit della funzione erettile e della funzione eiaculatoria; per la donna sia colostomizzata, sia ileostomizzata si possono incontrare difficoltà relative al processo di lubrificazione vaginale, mentre di solito le capacità di eccitazione e di orgasmo sono conservate.
Non esiste una soluzione unica per tutti i problemi, ma sicuramente le coppie che hanno un buon dialogo e una buona capacità di ascolto dell’altro possono avere spunti più ampi di giochi, fantasie e momenti di scambio, rispetto alle coppie che lasciano alla sessualità il posto di Cenerentola. Ma Cenerentola viene tenuta nascosta nelle cantine del castello perché fa paura: è affascinante e può far stare bene il Principe, cosi’ come il fare l’amore può essere seduttivo anche con una stomia e può fare provare dei desideri di benessere e di soddisfazione.
La persona stomizzata che torna ad avere una vita sessuale sente la perdita del controllo del proprio corpo, sente una parte nuova con cui fare i conti e sente l’ansia, soprattutto nei primi rapporti dopo l’intervento. Non è tanto la presenza dell’ansia ad essere dannosa, quanto la sua intensità che può opprimere al punto di soffocare le sensazioni piacevoli e portare l’uomo ad auto-osservarsi e quasi a sdoppiarsi giudicandosi in modo inflessibile rispetto alla capacità di soddisfare la compagna. Di qui si comprende come il senso di identità maschile vacilli e come sia necessario tutto un lavoro di ristrutturazione della totalità della persona e del suo valore indipendentemente dalla prestazione.
Anche la donna stomizzata prova ansia, ma per fortuna nel suo caso gli effetti sono meno evidenti, anche se l’immagine e la seduttività femminile vengono compromesse. La femminilità va riplasmata su attributi diversi dalla presenza o meno di una sacca o di una cicatrice.
Tutte queste persone che si riavvicinano al fare l’amore possono chiedere spiegazioni e chiarimenti rispetto ai loro dubbi all’enterostomista che darà risposte competenti e farà gli opportuni invii all’andrologo, al ginecologo e al sessuologo, i quali accompagneranno le persone verso una nuova sessualità che potrà includere l’uso di farmaci per l’erezione e per la lubrificazione, ma sarà soprattutto fatta di un nuovo modo di stare insieme. Come Cenerentola, quando calza la scarpetta di cristallo si avvia ad una nuova vita, così la coppia con la persona stomizzata si costruisce una nuova sessualità, che non significa meno intensa o senza amplesso, ma con risvolti e orizzonti diversi e più ampi, fatti anche di sfioramenti, di carezze e di baci che forse sono il mezzo relazionale più potente per comunicare la più assoluta accettazione dell’altro.
Se nel primo periodo postoperatorio, generalmente, il paziente ricerca spasmodicamente il ritorno alla normalità, successivamente diventa importante fare il passo successivo e, nella sessualità, non si parla più di normalità, bensì di flessibilità dell’essere e dello stare insieme.
Per fare l’amore non bastano l’erezione e la lubrificazione, la passione e il desiderio, ma si ha bisogno di sentirsi amati ed accettati, senza la paura di essere abbandonati per potere abbandonarci al piacere. Non dipende solo da chi fa l’amore con noi, ma soprattutto da noi stessi: abbiamo bisogno di amarci e di rispettarci per come siamo.
Dott.ssa Melissa Mercuriali Sessuologa e Psicoterapeuta. Lavora presso il Centro Stomizzati di Forli e presso l’unità di urologia dell’ospedale di Forli.
(Articolo tratto da Informablu - abbonati)